giovedì 16 luglio 2009

Per non dimenticare... Strage di Via d'Amelio, 19 luglio 1992

Anzichè commemorare Paolo Borsellino e il pool antimafia con le parole degli amici e degli onesti, in occasione del prossimo anniversario (19 luglio) della strage di Via D'Amelio, lo vorrei ricordare con un pò di video e articoli di giornale di coloro che, su commissione, attaccarono il pool da Borsellino a Falcone a Caselli e che tuttora (forse grazie ai servizi resi) occupano posti di rilievo nella pubblica amministrazione e c'è n'è uno che è addirittura senatore (più un anziano pduista ex-senatore..)

Per non dimenticarli!...

Chi ha cominciato (Leonardo Sciascia: I professionisti dell'antimafia.. ma Sciascia quanto e come fu pagato per questo articolo?)

Sciascia: Un quaquaraquà

Toh! Chi si risente: Il professionista prezzolato!

Diffamò Caselli e i p.m. di Palermo

Sgarbi - Effetto Serra

Sgarbi Condannare Caselli e riabilitare Andreotti


Intervista a Salvatore Borsellino sky tg24 17 luglio 2009

(Salvatore Borsellino nomina Bruno Contrada....)

(Salvatore parla della trattativa fra stato e mafia, di Nicola Mancino e di nuovo di Bruno Contrada e racconta che Lucia, la figlia di Paolo Borsellino avendolo visto una volta in tv, chiese al padre chi fosse Bruno Contrada "Chi ti ha fatto quel nome? Stai attenta che quello è un nome che basta solo pronunciarlo per morire..." le rispose Paolo Borsellino)
A proposito di Bruno Contrada ... ecco i soliti noti esultare all'indomani della prima scarcerazione di questo degno servitore dello stato (toh, ma chi si rivede fra gli altri? Un tale Sgarbi Vittorio, ma e c'è anche Pecoraro Scanio?...)

Le numerose versioni del tenente colonnello dei cc Giovanni Arcangioli sulla valigetta di Paolo Borsellino e la sparizione dell'agenda rossa..(nella foto l'allora capitano dei cc con in mano la valigetta di Paolo Borsellino pochi attimi dopo l'attentato si allontanta in direzione di Via dell'Autonomia Siciliana) (vedi articolo al link antimafia 2000)

Vittorio Sgarbi (da Wikipedia): Il 7 aprile 1995 legge al TG5 una lettera sui «veri colpevoli» dell'assassinio di don Pino Puglisi, senza rivelare le generalità dell'autore e attribuendola ad un sedicente amico del sacerdote assassinato; la missiva accusava il procuratore Giancarlo Caselli di essere il mandante dell'omicidio e Leoluca Orlando e Michele Santoro di esserne gli esecutori materiali. Secondo quanto riportato da Marco Travaglio, Caselli in vita sua non conobbe mai don Puglisi;in virtù di ciò Sgarbi fu condannato per diffamazione in primo e secondo grado (intervenuta la prescrizione prima della sentenza di Cassazione).

Poco dopo la strage di Capaci, mentre partecipavo ad un dibattito sulla mafia a Milano, un ufficiale dei Carabinieri, assicurandosi che nessuno ascoltasse, mi sussurrò, con un sorriso, questa frase: Lì per lì – lo confesso – la frase non mi piacque molto. La mia prima riflessione, infatti, fu che sbagliava di grosso chiunque pensasse che presiedere una Corte d’Assise (questo facevo allora a Torino) fosse una sorta di prepensionamento. Poi ci ho ripensato e dopo la morte di Borsellino mi è parso di poter cogliere davvero, per la prima volta, il significato di quella frase. Era come se le parole di Borsellino, seppur di fronte alla terribile tragedia della sua morte, volessero indicarmi una prospettiva. Ancora confusa ma non disperata. Una prospettiva che ha certamente contributo a maturare in me la decisione di lasciare Torino per andare a lavorare a Palermo.Di lui mi mancano la sua forza ed il suo coraggio nel denunziare i giuda, gli opportunisti, i voltagabbana ed i conformisti che c’erano ai suoi tempi e a volte si ritrovano anche oggi.Tra gli attacchi subiti a suo tempo da Borsellino e quelli che oggi si perpetrano nei confronti della magistratura non vedo solo un parallelismo, ma vedo vergognose coincidenze. Gli attacchi sono gli stessi per contenuto (professionisti dell’antimafia; uso spregiudicato dei pentiti; pool come centro di potere; uso della giustizia a fini politici di parte…) e spesso persino condotti dalle stesse persone o dagli stessi media. Identica, poi, è la causa scatenante degli attacchi. Falcone e Borsellino furono aggrediti quando cominciarono ad occuparsi dei Salvo, di Ciancimino e dei Cavalieri del Lavoro di Catania. I magistrati che hanno preso il posto di Falcone e Borsellino dopo le stragi del ’92 sono stati attaccati quando, invece di occuparsi soltanto di Riina e soci, hanno cominciato ad occuparsi anche di imputati eccellenti, dell’intreccio fra mafia, politica, affari e istituzioni. Oggi, come allora, si viene aggrediti tutte le volte che si vuole applicare la legge in maniera uguale per tutti, senza privilegi per chi ha denaro e potere. Merita, allora, attenta considerazione la tesi di Salvatore Lupo (cfr. “L’evoluzione di Cosa nostra: famiglia, territorio, mercati, alleanze”, in “Questione giustizia”, bimestrale di Magistratura Democratica, Franco Angeli ed., n. 3/2002, pag. 506) secondo cui nel nostro Paese c’è una “richiesta di mafia”. “Altrimenti non si capisce perché fin dalla sua prima campagna elettorale Forza Italia sia partita con un attacco, che allora nell’opinione pubblica nessuno accettava, alla legge sui pentiti e perché è andata all’assalto della magistratura quando la magistratura era sulla cresta dell’onda. Non si capì perché! Se fosse solo un problema di consenso, un uomo politico non avrebbe fatto quell’operazione”. Era una “operazione per il futuro, perché occorre che domani questa gente, che siete voi magistrati, non ci siate più. Perché domani si arrivi di nuovo a dire: non sappiamo se c’è l’organizzazione mafiosa, comunque sono quattro fessi, non ci interessa”. Si farà luce sui mandanti della strage di via D’Amelio quando saranno scomparsi, a tutti i livelli, i magistrati “scaltri”. Quelli pronti a “riconoscere in teoria la pericolosità della mafia per le sue connessioni col potere politico ed economico”, ma altrettanto pronti “nel momento di passare alle prassi giudiziarie, nel perseguire costantemente la sola ala militare dell’alleanza” Gian Carlo Caselli (cfr. G. Di Lello, “Giudici, cinquant’anni di processi di mafia”, Sellerio, 1994)

p.s.: e man mano che li trovo aggiungerò dei mattoni a questo muro della vergogna

8 commenti:

silvio di giorgio ha detto...

a me già girano le palle per le minchiate che diranno i politici il 19. spero che ciancimino tiri fuori il papello proprio quel giorno...

e togli quel rosso che sul verde mi acceca! :-)

patri ha detto...

si se il papello c'è e se lo potremo mai vedere, speriamo...
(e quanto rompi i cabasisi!) ;)

Unknown ha detto...

ma stiamo parlando di quel tizio nato a Ferrara e che fa il sindaco a Salemi, provincia di Trapani, eletto con oltre il 60% di preferenze?

Ettore Scamarcia ha detto...

Hanno riaperto le indagini sulle stragi di Capaci e Via D'Amelio. Si indaga sui servizi segreti. Come a dire: tutti sapevano, ma solo dopo quasi 20 anni si decide di riprendere l'inchiesta. Oh bè, scusate il ritardo!

patri ha detto...

Meglio tardi che mai, forse riusciremo a conoscere i nomi dei mandanti politici della strage di.. Portella della Ginestra, forse...

Gabryella Costa Fdd ha detto...

i veri mandanti???se si conoscessero(e si conoscono eccome) e se qualcuno si decidesse a dire la verita' quella vera salterebbe meta' dell'attuale parlamento,ovviamente in seguito salterebbero MILLE TESTE,altro che pizza a ciufoli,per il resto sgarbi parli PURE D'ARTE E BASTA,PERCHè DI CERTE COSE è MEGLIO CHE non si occupi,non è che non capisce è che un vero cazzone,ciao Patry,finalmente ti rileggo,anche se spero di partire al PIU PRESTO ANCHE SOLO PER QUALCHE GIORNO PERECHè ORMAI SONO COTTA SUL SERI:-)
GABRY

patri ha detto...

Ciao Gabry, contenta di rivederti e buone vacanze...io sto talmente cotta che mi stressa pure il pensiero di organizzarle le vacanze!
Sgarbi è un killer prezzolato che sparge veleno e fango a pagamento

Gabryella Costa Fdd ha detto...

@patry,
viviamo praticamente in un paese che di democratico ha solo....la mafia,nel senso del pensiero mafioso che ha raggiunto i gangli di tutto il cosidetto "pensiero democratico" tze tze tze..